Trial

Communication to express my experience abroad, the growing of my web/Internet knwoledge and my opinion about what I find in the net...

Tuesday, March 27, 2007

Marco Travaglio a Perugia - Festival Internazionale del Giornalismo

La sala dei Notari esplodeva di gente, talmente tanta che hanno dovuto mettere un televisore fuori per chi, arrivato in ritardo, non aveva trovato posto dentro.
Sono passate più di tre ore e nessuno se ne è accorto, tanto tutti erano presi dalle parole di Travaglio.
La scomparsa dei fatti....come mai il giornalismo tante volte è spinto per una cosa o l'altra verso la manipolazione dei fatti, perché non c'è più il giornalismo libero.

I modi perchè un'informazione possa essere manipolata sono molti e l'Italia ahimè offre grandiosi esempi per spiegare la cosa.

Attraverso la storia italiana, storia di casi giudiziari, di politici in Europa (esempio tra tutti Buttiglione che voleva fare il ministro della giustizia e della libertà), di bugie e sotterfugi, ma anche battute e risate Travaglio ha cercato di spiegare quali sono i modi in cui la notizia può essere manipolata.

Prima di tutto abbiamo la Notizia senza nome, ossia cercare di parlare di u fatto senza menzionare nomi. Un esempio lo abbiamo quando al giornalista Casoli che dopo aver scoperto nuovi dettagli sul caso Previti (trattato non solo dalla procura di Milano ma anche da Roma), volendone parlare al telegiornale, si è sentito rispondere: "la notizia non è uscita sui giornali, perchè dovremmo parlarne noi al Tg? Se proprio vuoi puoi parlarne ma senza fare nomi alcuni!"

Come ovvio, dopo vari tentativi Casoli ha lasciato stare, risultando impossibile parlare di qc senza menzionare nessuno.

Abbiamo poi l'informazione alla Vespa: parlare d'altro.
Arrestano Castelli? allora parliamo d'altro, anche perchè a quanto parte il sig. Castelli è il datore di lavoro della moglie di Vespa, quindi non sarebbe carino mettere sotto i riflettori le marachelle compiute da lui. Ci sono tante notizie altrettanto interessanti di cui informare la popolazione italiana. E qui Travaglio parla e parla con mille esempi e racconti. Un evergreen di porta a porta di cui tutti sanno e di cui tutti vogliono sapere (?) è il Caso Cogne..a chi non interessa? per non parlare dei dibattiti sull'Isola dei famosi invece che parlare del caso Andreotti e così via.

Si passa poi a dare nomi diversi alle cose.
Un esempio su tutti chiamare la Guerra Missione di Pace.
Travaglio non è un pacifista: ha ammesso anche di essere d'accordo che l'Italia abbia intrapreso delle guerre come quella in Kosovo e in Iraq. Non è però d'accordo nel chiamare missione di pace una guerra. Parla di Nassirya, dell'attacco, della preparazione dubbia dei nostri carabinieri e militari all'estero per "missioni di pace".
Un discorso che io personalmente ho trovato giusto, ma che da qualcuno può anche essere contestato.

Travaglio continua portando esempi come la condanna di Andreotti, dichiarato uomo mafioso, vicino per contatti e relazioni con la camorra dal '47 al '94 (potrei sbagliare con le date).
In moltissimi, anche esponenti politici e della res publica italiana, continuano ad affermare che Andreotti sia stato assolto nella causa, quando invece la sentenza è testualmente chiara, affermando come l'onorevole Andreotti sia stato dichiarato COLPEVOLE ma non perseguibile causa caduta in prescrizione del procedimento.
non perseguibile non significa assolto, ma qualcuno interpreta l'italiano così..quindi tornando a principio per manipolare l'informazione possiamo anche dare nomi diversi a quei fatti che hanno già un loro chiaro e specifico nome.

Si parla di Tangentopoli, di Vallettopoli, di cose dette e non dette, di informazioni date per metà.
Negli anni di Tangentopoli di tutto si parlava tranne che di tangenti, delle mazzette dei soldi che si passavano magistrati, politici ecc ecc..di vallettopoli ci interessa solo quello che se ne è andato col Trans, perchè fa audience, ma nessuno ci dice che c'è stato qulacunio che non è stato al ricatto: Fernanda Lessa che al ricatto ha risposto con un avvocato e che Corona dopo questo non si è fatto più sentire.

Travaglio era un fiume in piena, ha continuato a portare esempi chiari e concreti in modo da far percepire alla sua platea il messaggio che voleva trasmettere.
Un impegno dal basso per rivendicare la neutralità dell'informazione, per cercare di cambiare una realtà dove c'è chi viene condannato a 12 anni di carcere ma che in carcere passa solo 3 giorni grazie all'approvazione lampo di una legge che impedisce agli ultra settantenni di rimanere in prigione, una realtà dove il 90% dei parlamenti sono pregiudicati, dove ai giornalisti scomodi viene precluso l'uso dei mezzi di comunicazione più forti e diretti, una realtà dove è meglio che i molti non sappiano o che sappiano solo quello di cui non devono preoccuparsi, una realtà dove l'economia è guidata dalla mafia e dalla corruzione, dove chi dovrebbe essere la nostra guida lavora, crea e costruisce solo per i propri interessi, dove per anni questi sono stati e continuano ad essere i canoni del governo.

Dopo aver letto Gomorra di Roberto Saviano ed aver partecipato alla serata con Travaglio sono più sconfortata e delusa, triste e sfiduciata, impaurita di vivere in un paese come l'Italia, scandalizzata da quello che ci circonda, ma sempre più convinta che non dobbiamo mollare, ma continuare a lottare, fare informazione, far conoscere e trasmettere.

Monday, February 26, 2007

Change

Tanto tempo che non scrivo più....non solo qui nel mio blog, ma in generale..
Il rientro a casa, in Italia mi ha un pò scombussolato e tutt'ora mi sta scombussolando.
Non so perchè, come mai, cosa è successo, una sola cosa è certa, sono cambiata e questo cambiamento fa pesare tante cose.
Tutto è tanto diverso, e questo è ovvio, dall'America al'Italia c'è un oceano di differenze, da NY, Houston a Perugia...milioni di km e di abitanti....milioni di differenze....
E' cambiata la mia prospettiva, come mi pongo difronte alle cose, situazioni, momenti, persone....
mi è difficile ri-relazionarmi (non so neanche se si dice..), mi sembra di non avere più voglia delle cavolate, della superficialità...
il concreto, il vivere per la vita, per creare qualcosa di reale per se stessi e per ciò e chi ci circonda, questo è quello che ora per me è importante, non cosa mi metto stasera e dove andiamo a divertirci.
Ovviamente ci sta anche quello, ma con diverso atteggiamento.
Sono tornata e tutto è confusione, tutto buttato all'aria, luoghi, ritrovi, persone e cose...sembrache non ci sia più maturità, responsabilià..vita.
Forse la faccio troppo era, forse questa giornata di pioggia mi intristisce e mi fa vedere tutto dalla parte sbagliata, quella del bicchiere mezz vuoto piuttosto che pieno, forse che i miei amici a houston mi hnno chiamato l'altro giorno e hanno così fatto riaffiorare bellissimi ricordi.

La vita va avanti, si cambia, si cresce, si migliora (in alcuni casi purtroppo si peggiora).....
cambia lo sguardo con cui si guarda al mondo e a ciò che vogliamo ci circondi...
qualcuno cambia, io sono cambiata e ne sono felice, spero solo che tanti altri cambino....

change change and changing.....

Monday, September 25, 2006

Proton Therapy Center, Houston, TX

Un fascio di protoni irradiati con precisione millimetrica direttamente sulle cellule malate, senza intaccare i tessuti sani. Questa in semplici parole è la protonterapia, nuova tecnica nella cura del cancro che va ad agire solo sulla cellula malata e non sui tessuti circostanti.
Giovedì 22 Settembre 2006 si è tenuta a Houston, Texas, l’inaugurazione del Proton Therapy Center dell’Università del Texas M.D. Anderson, il più grande centro mondiale per la cura del cancro che sfrutta una innovativa tecnologia basata sull’irradiazione dei protoni, e il primo centro nazionale di questo genere in America.

James D. Cox, head of the Division of Radation Oncology al M.D. Anderson e medical director del Centro, ha così presentato questa innovativa terapia, che rappresenta la forma più precisa di trattamento del cancro attraverso l’uso dell’irradiazione che minimizza il danno fisico del paziente, e migliora notevolmente il trattamento sul male. John Mendelsohn, Presidente del M.D. Anderson, uno dei più grandi oncologi viventi fortemente impegnato nella lotta al cancro, vede l’apertura del nuovo centro come una nuova sfida nell’applicazione della scienza ad una delle malattie più spaventose del secolo. La Proton Therapy, spiega, è utile per tutti quei pazienti il cui tumore è solido, con bordi definiti e ben localizzati, o comunque prima che esso si sia diffuso all’interno del corpo. La protonterapia rappresenta una cura molto vantaggiosa soprattutto per i cancri alla prostata, occhio, polmone, cervello, testa e collo, nonché nella cura dei tumori nei bambini, in quanto i loro corpi sono molto sensibili agli effetti dannosi delle radiazioni sul tumore stesso.

La differenza tra il tradizionale trattamento attraverso i raggiX e l’uso dei protoni consiste nel fatto che il protone riesce a scaricare una forte dose di energia sulla cellula malata esclusivamente nel momento in cui arriva a contatto con la suddetta cellula, eliminando così il rischio di intaccare le cellule sane. La tradizionale terapia basata sulle più comuni radiazioni influisce invece su qualsiasi parte del tessuto circostante al tumore, per questo si è cercato di limitare la dose di energia irradiata, per diminuire i danni ai tessuti sani.

Concretamente la protonterapia viene eseguita attraverso l’uso di particolari accelleratori di particelle, detti sincrotoni, che appunto accellerano l’energia dei protoni sino ad incanalarla in una specie di anodo. Il sincrono contine un anello di magneti che comprimono i protoni in modo da permettergli di viaggiare ad una velocità pari a due terzi della velocità della luce, sino ad una vacuum chamber. Durante ogni “rivoluzione” per raggiungere la camera, i protoni raggiungono un altissimo livello di energia; dopo molti cicli di rivoluzione i protoni ottengono l’energia necessaria per lo specifico trattamento e vengono estratti dall’anello per poter essere così trasportati sino alla camera di trattamento.
Attraverso l’uso di questi magneti e sofisticati computer, questa nuova tecnologia permette di modificare, a diverse profondità, la quantità di energia con la quale il fascio di protoni colpisce il tumore in diverse direzioni. I protoni, ossia la particella di carica positiva che si trova nel nucleo di un atomo, entra nel corpo con una bassa dose di radiazione, che aumenta quando il fascio raggiunge il suo obiettivo, il tumore, dove i protoni si fermano.
Il risultato è rappresentato dal raggiungimento di una notevole precisione nell’individuazione del tumore – approssimativamente un millimetro – il quale viene colpito con una irradiazione più forte, nonché un alto livello di sicurezza nella cura stessa perché il protone viene indirizzato precisamente sulla cellula malata, evitando così anche effetti indesiderati come la perdita di appetito, mal di testa e problemi di stomaco.

Siamo quindi di fronte ad una nuova epoca nella cura del cancro, caratterizzata dall’uso di nuove strumentazioni e tecnologie sempre più sofisticate e precise, che nascono e si sviluppano da menti geniali e dall’aiuto di importanti partnership pubblico-private. Il Proton Therapy Center è stato infatti costriuto attraverso la collaborazione non solo del M.D. Anderson che ha provveduto all’intera struttura, ma anche all’appoggio di forti investitori e partners completamente inglobati nelm progetto, come Hitachi, Sanders Morris Harris, General Electric Company e altre società ed istituzioni.

Monday, September 11, 2006

Coming back

Anche io ritorno...come tutti poi.
L'assenza è stata lunga, mi era passata la voglia...devo essere sincera no?
La vita poi scorre tranquilla, sono felice, sto facendo ciò che amo, sono ancora alla ricerca di un lavoro serio, ma speriamo che tutte queste avventure, esperienze all'estero servano a qualcosa.
L'america, i sacrifici per stare li.... il rientro a casa e il mio ritorno negli states.... insomma tutto quello che mi sta succedendo è come un treno in corsa, passa veloce e io devo salire sul vagone. Le scelte non sono molte quindi bisogna prendere ciò che arriva senza neanche quasi pensarci.
Incrocio le dita e penso...
che l'avventura abbia inizio.....

Wednesday, June 21, 2006

Network Neutrality

Secondo la definizione data da wikipedia per Network Neutrality si intendono i vari tipi di distorsioni che la rete può apportare ai diversi contenuti che trasmette. La Network Neutrality rappresenta un punto focale delle politiche regolatorie, in particolare per quanto riguarda Internet.

Il principio di neutralità della rete si basa sull’impossibilità data ai provider che sfruttano la banda larga di offrire una connettività migliore, più veloce, di favore di partner o altri, mettendo in una situazione di svantaggio soggetti meno potenti e remunerativi.

In rete tutti i contenuti devono essere trattati allo stesso modo da chi offre la connettività.

Internet nasce come canale di comunicazione a disposizione di tutti, un bene comune che tutti hanno il diritto di utilizzare senza stare troppo a preoccuparsi di quelli che possono essere gli interessi economici che vi girano intorno. L’utente della rete è interessato a ciò che circola in essa, si tratti di contenuti che possono determinare profitto o meno. Ciò che interessa all’utente è la condivisione e lo scambio di contenuti, la possibilità di scambiare idee, opinioni, informazioni, bit senza discriminazioni di alcun genere, soprattutto senza discriminazioni di banda.

Ci si sarebbe aspettato perciò che gli operatori che ci forniscono l’accesso ad Internet rimanessero per sempre neutrali rispetto alle pagine web che vengono visitate o alle applicazioni utilizzate attraverso la rete.

In un articolo di Roycroft proprio sulla Network Neutrality, vediamo come alcune compagnie statunitensi non la pensino esattamente così, ma come al contrario pretendano di ricevere dei pagamenti ulteriori da compagnie come Google o Yahoo, pr esempio, per fare andare i propri siti più veloce degli altri.

Dalla parte loro compagnie come AT&T, Verizon e molte altre, cercano di giustificare la loro posizione affermando la necessità di trovare un modo per ripagare le spese da loro sostenute per la costruzione di connessioni migliori e sempre più veloci.

Sempre dall’analisi economica di Roycroft vediamo come, soprattutto negli Stati Uniti, il mercato delle telecomunicazioni ruoti intorno ad un numero sempre più ristretto di compagnie, sempre le stesse, che gestiscono la telefonia, l’accesso ad internet, la televisione, tutto ciò che è comunicazione.

Cosa succederebbe se queste compagnie riuscissero ad eliminare quella che è la neutralità della rete? Quella che è la sua natura intrinseca?

Nel momento in cui tali compagnie avranno il potere di gestire i pacchetti di informazione, i contenuti della rete, dando priorità a certi tipi di traffici piuttosto che ad altri, Internet stessa perderà il suo essere, l’essere un’architettura aperta.

Anche colui che viene considerato il padre del world wide web, Tim Berners Lee si esprime con preoccupazione sull’eventuale nascita di un Internet a due velocità, una rete con corsie preferenziali per chi ha maggiori possibilità economiche di investire su circuiti più rapidi e corsie più lente per gli altri.

Alla conferenza sul WWW che si è tenuta ad Edinburgo lo scorso maggio Lee si è nettamente schierato a favore della neutralità della rete affermando la necessità assoluta di una ferma separazione tra i fornitori di contenuti e coloro che vendono connessione.

In un post sul suo blog egli spiega come la rete sia nata in un contesto di apertura, apertura alle idee, all’innovazione proveniente da diverse menti, e come egli non abbia dovuto chiedere il permesso a nessuno per realizzare questa idea e come l’abbia messa a disposizione di tutti perché ci potesse essere uno scambio e una condivisione senza discriminazioni.

Nel suo post Lee conclude con un appello che non vado a citare, ma semplicemente a riassumere: La rete nasce come mezzo di comunicazione neutrale ed è per questo che può essere considerata base della democrazia e di conseguenza base di una economia di mercato equa e competitiva.

Anche Vint Cerf parla della Network Neutrality, affermando che l’impatto ed il successo economico della rete dipendono proprio dalla sua struttura aperta. La rete infatti è stata disegnata senza porte e senza blocchi e tutto ciò ha sempre permesso a diversi livelli di creare degli strati di conoscenze diffuse che hanno determinato una continua crescita ed innovazione della rete stessa, innovazione che dunque è sempre dipesa dagli utenti stessi della rete in assenza di potere centrale. Approvare delle politiche che permettano a pochi operatori di discriminare e di intervenire a proprio piacimento sulle attività in rete non porterà di certo ad una economia favorevole agli utenti. Non si può permettere agli operatori TLC di decidere quali servizi e strumenti l’utente può o non può utilizzare.

Andare contro la neutralità della rete significa dunque mettere da parte la natura aperta di Internet a favore di interessi puramente economici che genereranno vantaggi solo ed esclusivamente agli operatori TLC. All’orizzonte ci aspettano una serie di reti interconnesse tra loro, privatizzate dove non sarà possibile utilizzare indiscriminatamente i servizi che si desidera, ma tutto sarà controllato determinando un forte svantaggio dei servizi non graditi all’operatore.

Quello a cui oggi siamo abituati è una rete in cui troviamo diverse reti interconnesse tra loro ed una molteplicità di operatori attraverso i quali ci scambiamo contenuti. Ora come ora perciò disponiamo di un accesso libero ed incondizionato; eliminando il principio della neutralità un operatore di TLC potrà utilizzare le proprie tecnologie a proprio piacimento, per creare una rete parzialmente interconnessa ad Internet e ciò limiterebbe non di poco le possibilità di utilizzo dei servizi da parte dell’utente.

Oltre alla paura di modificare la struttura aperta della rete, si rischia soprattutto di bloccare la nascita di nuovi servizi e compagnie in Internet e di conseguenza l’innovazione che ne deriverebbe.

Certo è che bisogna cercare di fare tutto il possibile per far si che Internet resti una rete ed un servizio aperto, dove gli utenti possono decidere autonomamente quali siti visitare e di quali servizi usufruire e dove anche chi non ha soldi possa contribuire all’innovazione. Solo un modello di rete di questo genere può portare vantaggi economici sia agli utenti che agli innovatori e i vari operatori verranno premiati per aver fornito libero accesso ad una rete di grande valore come è Internet.

Sunday, March 19, 2006

CPE - Contrat première embauche

E' prevista per Aprile 2006 l'entrata in vigore in Francia del cosiddetto CPE, il contratto di primo impiego. Secondo questa legge, proposta dal primo ministro francese de Villepin, chiunque ha la possibilità di licenziare un impiegato sotto i 26 anni, nei primi due anni di lavoro, senza una valida giustificazione. Tutto ciò per combattere la disoccupazione in Francia, del 23% tra i giovani sotto i 25 anni.

Forse perchè si pensa sia più facile per un ventiseienne trovare un nuovo lavoro?

Come è ovvio giovani lavoratori, studenti, ma anche genitori, insegnanti, sindacati hanno protestato contro questa, a mio parere ingiusta e sciocca, legge. In tutte le città francesi, in tutte le piazze si sono svolte in queste giorni manifestazioni di protesta, cotro una legge "discriminante", una legge che non assicura un futuro, ma solo precarietà ed insicurezza!!!
Come si fa a lavorare sapendo che da un momento all'altro il tuo boss ha la possibilità di licenziarti solo perchè magari quella mattina si è svegliato male? (speriamo non sia mai così...)

I francesci si sono ribellati contro l'ingiustizia di un governo forse un pò troppo conservatore, sono scesi in piazza, hanno protestato..inizialmente tutto bene, tranquillo, come una "normale" manifestazione contro qualcose che da molti viene considerata non giusta...poi gli anarchici.
E già gli anarchici che non vogliono un potere che li comandi, quelli che "odiano" lo stato... da una manifestazione pacifica e giusta, si è passati dalla parte del torto! Macchine incendiate, vetrine distrutte, conseguenti scontri con la polizia..risultato quasi 300 studenti arrestati, per non contare i feriti.

Gli atenei delle università parigine, prima tra tutte La Sorbona, sono stati occupati, tuto il paese sembra essere in rivolta.... .. vedremo come andrà a finire, se sarà la volontà della popoloazione a vincere o il governo.

Thursday, March 16, 2006

Informare nel tempo della rete: un nuovo scenario per la professione giornalistica

Dopo tanto tempo torno a farmi sentire..dopo 15 meravigliosi giorni passati nella grande mela con mia sorella (mitica Marghe..già mi manchi!!!) a fare le turiste... e dopo la tanto attesa laurea (andata alla grande!!!!!!!!!!!)

ho pensato ora di pubblicare la sintesi di questo lavoro, la cui realizzazione è stata possibile grazie all'aiuto del gruppo mediasenzamediatori e al supporto tecnico e non solo di Rocco Pellegrini.



Informare nel tempo della rete: un nuovo scenario per la professione giornalistica

L’avvento di nuove tecnologie di informazione e di comunicazione nella nostra società, ha determinato lo sviluppo di nuovi strumenti e servizi mediatici, che consentono un’ulteriore ed esponenziale moltiplicazione dei canali informativi, introducendo così profonde modifiche nella forma stessa del flusso di comunicazione.
Gli stessi concetti di informazione, comunicazione e mediazione si evolvono all’interno di questo nuovo panorama che vede in Internet lo strumento principale di crescita ed evoluzione. Internet è ovunque e oggi la sua massima applicazione, il World Wide Web ha permesso la realizzazione di una molteplicità di fonti informative stratificate a diversi livelli.
Da una parte ci si domanda se per comunicazione si intenda ancora “mettere in comune”, condividere, dall’altra se oggi, nel contesto dei nuovi media, l’ “informazione”, possa essere considerata una trasmissione di notizie e/o di conoscenze. Il mezzo è il messaggio, come affermava McLuhan, oppure nell’era della rivoluzione digitale possiamo affermare che siano il contenuto e il suo valore aggiunto il vero messaggio, la vera informazione che si vuole trasmettere? La creazione su Internet di un numero indefinito di collegamenti tra miliardi di informazioni coincide con quella che viene definita rivoluzione digitale, che porta a profonde modifiche e alla nascita della società dell’informazione.
Il progresso tecnologico oggi ci permette di elaborare, memorizzare, reperire e comunicare l’informazione senza limiti di tempo o di spazio.
La comparsa e l’affermazione dell’uso del computer, della comunicazione mediata da computer (CMC), e più nello specifico della rete stessa, hanno trasformato e rimodellato anche il rapporto tra gli individui, sia da un punto di vista spazio-temporale che da un punto di vista di nuove opportunità di interazione e scambio informativo tra essi.
Il concetto di tempo si svuota della sua concezione lineare, facendo si che il flusso comunicativo viva più nel contatto diretto tra gli utenti, un contatto virtuale e immediato che permetta un’interazione svincolata dai riferimenti spazio temporali convenzionali. Si alterano così anche le caratteristiche dei luoghi di scambio delle informazioni, dunque lo spazio; Internet rimodella le situazioni sociali e le identità delle persone, degli utenti.
Il tempo si comprime, quasi fino a scomparire, lo spazio invece aumenta e si contrae allo stesso tempo. La rete diventa il luogo di formazione di una nuova società, si assiste al passaggio dalla società di massa alla società delle reti, all’interno della quale nascono nuovi centri di aggregazione.
I nuovi media modificano il senso della realtà, ossia ciò che gli individui percepiscono come reale. Il confine tra reale e virtuale diventa sempre più sottile portando alla comparsa della realtà virtuale, un luogo vero e proprio da esplorare, che si affianca e si contrappone alla realtà fisica, un luogo in cui l’utente si trova in un particolare ambiente interattivo, con determinate regole e determinati spazi, rendendo forse possibile la realizzazione di una sorta di “villaggio globale”.
In questo scenario i giornalisti, professionisti dell’informazione, pur mantenendo in parte l’eredità tradizionale del giornale, dovranno sviluppare una forte capacità di adattamento al nuovo contesto, potenziando le proprie competenze di sfruttamento dei nuovi servizi messi a disposizione da Internet, qualificando insiemi di informazioni secondo percorsi ragionati come completamento o alternativa all’informazione fai da te e alla circolarità della stessa in rete.
Come afferma Mezza (2004): “sulla rete c’è tutto, basta cercare. Quello che non c’è però è la capacità di scegliere e decifrare le notizie, dando un senso all’abbondanza, in velocità. E’ qui che i vecchi mediatori possono ritrovare un loro ruolo: la capacità di analizzare in velocità”.
E’ proprio la rete il luogo in cui i nuovi mediatori dell’informazione possono agire e mettere in mostra tutte le loro abilità. La velocità con cui le notizie vengono comunicate e circolano nel world wide web è talmente alta che un utente “base” che per la prima volta cerca di navigare, si troverà spaesato dal continuo e frenetico flusso di informazioni che vedrà pioversi addosso.
Il “nuovo” giornalista dovrà guidare l’utente nella sua navigazione, non solo nella ricerca delle notizie, ma soprattutto verso l’interpretazione ed il commento di queste, commento che dovrà correre alla stessa velocità con cui corrono le notizie all’interno della rete.
Il nuovo giornalista dovrà porsi come intermediatore in grado di selezionare, elaborare ed autentificare le informazioni a disposizione. Il contesto in cui nasce la professione giornalistica, fatto di alti costi di produzione, penuria di informazioni e scarsità di fonti, si è completamente
modificato con l’avvento di Internet e dei servizi da essa offerti. Cambia il modo di reperire l’informazione, di selezionarla ed interpretarla, ma anche il modo di produrla.
La rete oggi offre la possibilità davvero a tutti di comunicare. Si sta sviluppando sempre più velocemente una nuova rete informativa globale dove qualsiasi individuo ha la possibilità di dire la sua e di usufruire dell’informazione in modo personalizzato.
Assistiamo dunque alla nascita nel web di motori di ricerca come Google, che non offrono solo la possibilità di ricercare informazioni relative ad uno specifico argomento all’interno di tutto il web, ma anche altre tipologie di servizi, come news, posta elettronica, la possibilità di creare dei propri gruppi di discussione, di trovare mappe e rintracciare località dal satellite e tanti altri interessantissimi servizi, ultimo dei quali è GoogleBase, un enorme “mercato online”.
Tra questi nuovi servizi troviamo anche i weblog utilizzati e creati non solo da professionisti, come potrebbero essere i giornalisti, ma da chiunque senta la necessità di esprimere un proprio parere in rete, da chiunque desideri condividere con il popolo del web i propri pensieri, opinioni, punti di vista, non necessariamente in relazione alla diffusione di informazione - e quindi
ampliamento della conoscenza in una data materia. I weblog possono riguardare gli argomenti più disparati, dai commenti sulle vicende politiche di uno stato, alla narrazione della giornata e delle aspirazioni di un qualsiasi adolescente, ma più che altro i weblog sembrano rappresentare delle nuove fonti di informazione indipendente ed autonoma.
Oltre alla possibilità di condividere propri contenuti testuali, il world wide web consente di mettere in comune, e di conseguenza scambiare, anche contenuti audio e video, determinando la nascita di programmi audio che poi potranno essere ascoltati nelle modalità che si preferisce, i
cosiddetti Podcasting, e di vere e proprie televisioni su Internet, note come TV over IP (Internet Protocol), che determineranno un forte aumento della competizione nel mondo della comunicazione mediale.
Dalla nascita delle prime comunità virtuali, che abbandonano la realtà “fisica” per riunirsi e interagire nel virtuale, ritroviamo oggi nella rete quelle che sono state definite da Rheingold Smart Mobs, masse intelligenti che al contrario utilizzano la dimensione virtuale per raccogliersi ed interagire in quella reale, organizzando azioni collettive e coordinate.
Da tutto ciò si evince che ciò che sta cambiando radicalmente riguarda il modo di fare informazione dunque il modo di riceverla, le esigenze del produttore e del fruitore dell’informazione si modificano man mano che la rete cresce insieme ai suoi strumenti. Come già è stato detto si introducono profonde modifiche nella forma stessa del flusso di comunicazione, sebbene il giornale rimanga ancora oggi il mezzo simbolo dell’informazione giornalistica.
Si assiste sicuramente ad un rinnovamento, ad una rinegoziazione dei ruoli nel cyberspazio. Il ruolo dell’editore giornalistico perde molto del suo potere, la sua figura viene ridimensionata a favore di quella dell’autore. I nuovi strumenti interattivi e globali permettono infatti a qualsiasi individuo di diventare in rete editor di se stesso e contemporaneamente consentono al lettore di rafforzare la sua posizione. Egli diventa “autore” di un percorso di fruizione personalizzato, perdendo così la sua passività sfruttando al massimo le opportunità date dalla non linearità e non strutturalità dell’ipertesto.
La ricerca delle informazioni, la loro selezione ed organizzazione da parte dell’utente, porta ad una fruizione personalizzata e intelligente delle stesse, attraverso l’utilizzo di alcuni nuovi e fondamentali strumenti. Come per esempio attraverso l’uso degli aggregator di notizie, programmi che permettono una selezione precisa e puntuale delle informazioni di maggior interesse per l’utente, e che automaticamente, attraverso specifiche tecnologie e canali, file rintracciabili nelle pagine web (feed e rss), permettono di organizzare intere liste di indirizzi,
filtrare e ridistribuire, anche agli altri utenti del web, i diversi canali informativi.
La personalizzazione dell’informazione porta ad una riscoperta della località sulla globalità: più i mezzi tecnologici spingono verso una comunicazione globale, più è forte la necessità per gli utenti-lettori di ricercare informazioni locali. Si modifica anche il linguaggio utilizzato nella comunicazione online.
Attraverso la digitalizzazione, la scrittura – sequenze continue di bit – si compone non solo di parole, ma anche di immagine e di audio, determinando quello che potrebbe essere definito un nuovo linguaggio multimediale.
In seguito a tutti questi cambiamenti, ipertesti, multimedialità, convergenza digitale, cosa succede al modello caratteristico del giornale cartaceo?
Certamente in rete è rintracciabile la nascita e l’evoluzione di svariati giornali online, o elettronici se così possono essere definiti; Internet sicuramente eredita un passato giornalistico in crisi e cerca di proporre per questo un nuovo modello di produzione e fruizione, nel quale il giornalista potrà rivedere e rafforzare il proprio ruolo. Un ruolo basato sulla velocità, sulla tempestività, sulla conoscenza della multimedialità; il giornalista dovrà sapersi muovere con scaltrezza tra testo scritto, immagine e suono per poter realizzare un prodotto davvero competitivo con la moltitudine di simili prodotti presenti in Internet.
Inoltre egli viene caricato di responsabilità nel contesto di Internet, responsabilità data soprattutto dalla bidirezionalità e interattività della comunicazione in rete. Mentre il giornale cartaceo comunica con il lettore attraverso le lettere alla redazione, il quotidiano online può interagire attraverso i weblog, la posta elettronica, i gruppi, si realizza così un canale di feedback al quale il professionista dell’informazione non può non rispondere.
Il giornalista deve dare valore al suo lavoro, offrendo anche all’utente la possibilità di partecipare alla costruzione e alla distribuzione della conoscenza, facendo sue le logiche e la cultura imposte dalla rete, essendo consapevole che ad ogni sua azione corrisponde una reazione dell’utente.
In tal modo il giornalista ha la possibilità di riaffermare la propria specificità e legittimità nella selezione, nell’interpretazione e nell’aggiornamento competente e approfondito delle notizie; il giornalista come nuovo motore dell’informazione, come interprete dei fatti che si mette in relazione con l’intera rete, un professionista volto anche ad “aiutare” il lettore inesperto, il giornalista come primo filtro ed organizzatore di un informazione dotata di senso.